Uno degli obiettivi del progetto ReFlex è quello di realizzare e condividere iniziative in favore del maggiore equilibrio tra vita lavorativa e vita personale di uomini e donne, attraverso una partecipazione più equilibrata agli impegni di cura familiare e supporto alla genitorialità. Il tema su cui ReFlex opera è quello della work-life balance o conciliazione vita-lavoro, ma più nel dettaglio cosa significa? E’ un concetto recente, quello dell’equilibrio tra vita privata o lavorativa (work-life balance) e riguarda la possibilità di bilanciare in maniera più equilibrata gli impegni di lavoro con gli spazi privati di uomini e donne. E la conciliazione tra la dimensione lavorativa e quella privata di una persona, può avvenire attraverso un insieme di azioni precise, che tendono a rendere più armonico l’incontro tra le due dimensioni in un determinato contesto. Il tempo, ha infatti assunto un ruolo sempre più importante per la persona, oggi pronta a mettere sullo stesso piano il work-life balance con lo stipendio e questo le aziende lo sanno bene. In più la società attuale, conta figure diverse sul mercato del lavoro (per età, genere, famiglia ecc.), genitori single, coppie a “doppia carriera”, lavoratori con genitori da assistere, che suggeriscono maggiore conciliazione e più flessibilità tra la dimensione privata e quella professionale. E’ infatti in forte aumento il numero di uomini e donne che devono assolvere, oltre agli ordinari impegni professionali (lavoro), compiti e responsabilità di cura non solo verso i figli, ma anche verso familiari anziani e/o non autosufficienti. Nato negli anni 70’ il concetto di work-life balance in Gran Bretagna, in realtà nel resto d’Europa ha iniziato a prendere corpo (in maniera più compiuta) con progetti di riforma in direzione di una maggiore integrazione di genere nel mercato del lavoro negli ultimi 20 anni, basti pensare che il 2014, è stato l’anno europeo appositamente dedicato al work-life balance. Azioni e direttive che in questi anni la Commissione UE ha approvato per rafforzare le politiche di conciliazione vita-lavoro, anche se si registra ancora un gender gap importante a livello di work-life balance, soprattutto a discapito del genere femminile. In Italia questo divario è ancora più accentuato, anche se le più recenti normative introducono e garantiscono forme di tutela verso categorie precise e stimolano le aziende, attraverso appositi incentivi, normativi e contributivi, a sperimentare innovative forme di conciliazione vita- lavoro per i propri dipendenti. Se apparentemente le misure a sostegno della conciliazione tra vita familiare e lavorativa sembrano appannaggio delle sole donne, su cui grava il maggiore peso nella cura familiare (figli e casa), in realtà portano benefici ad entrambe le parti, riuscendo a riequilibrare gli impegni di cura familiare tra le figure. Misure che favoriscono l’armonia tra gli impegni delle persone seguendo le loro aspirazioni e necessità sia come individui che come famiglia. Se infatti con la conciliazione si rivolgesse esclusivamente alla sfera femminile, non solo si alimenterebbe la discriminazione, rafforzando così quel divario sopra accennato (gender gap), ma si rederebbero totalmente inefficaci tutte le azioni di conciliazione in tal senso. Si prospetta quindi un vero e proprio cambiamento culturale riguardo ai ruoli di genere in famiglia, nel lavoro e nella società. Questa consapevolezza per le aziende costituisce una grande opportunità, perché attraverso azioni di conciliazione che mirano al benessere del dipendente e al miglioramento della loro qualità della vita, ne beneficia anche la produttività. Diverso e variegato il mondo che racchiude gli interventi a sostegno della conciliazione vita-lavoro in un’ottica di welfare aziendale. Si va dalle misure di distribuzione del tempo di lavoro (part-time, orario e turni flessibili, job sharing, smart working, telelavoro, congedi di maternità e paternità), alle risorse e servizi per i figli e assistenza a familiari non autosufficienti (congedo parentale, indennità, sostegno per asili nido, baby-sitting, supporto alla genitorialità, assistenza ad anziani ecc.). In sintesi la conciliazione avviene attraverso beni e servizi che, dietro un’opportuna organizzazione aziendale del lavoro, più flessibile e vicina alle esigenze del dipendente, aiutano l’equilibrio tra la vita privata e la vita professionale di ogni persona.